La Storia
Spesso per capire come è fatta una macchina bisogna partire dal contesto storico in cui è stata concepita l’idea per la sua realizzazione e capire bene quali obbiettivi fossero stati imposti agli ingegneri che dovevano realizzarla.
Era il 1982 quando Jack Tramiel, fondatore e presidente della Commodore, pensò allo sviluppo di un nuovo home computer, poiché temeva la concorrenza della Sinclair Research e della Timex Corporation che operavano in una fascia di mercato degli home computer “Low Cost”.
Il suo obiettivo?
Realizzare una macchina che costasse meno del C64 e che avesse anche delle migliorie, per inserirsi così in quella fetta di mercato che era dominata dalla concorrenza. Quindi il progetto prevedeva la realizzazione di un singolo chip che potesse assolvere il compito svolto da molteplici chip dedicati, quasi come sul Vic20, meno componenti equivale a costo minore. Il progetto venne chiamato: TED (TExt Display)
Ma facciamo un quadro completo di quel periodo.
Nel 1977 la Commodore rilasciò il PET che ebbe un buon successo di mercato, dopo tre anni rilasciò il Vic20 e anche questo ebbe un buon successo di mercato. Due anni dopo rilasciò il C64 che ebbe un incredibile successo di mercato.
A questo punto Commodore sembrava inarrestabile e sembrava anche che non potesse sbagliare quando si trattava di progettare e vendere computer. Ma nel 1984 tutto cambiò, con il rilascio della serie 264.
Le tre macchine precedenti avevano avuto dei successi mirati, ovvero:
– La serie PET: macchine professionali, pensate per le piccole e medie imprese, aveva avuto successo nel mondo del Business ed Education.
– Il Vic20: come Home Computer a basso costo e piattaforma di gioco di fascia bassa.
– Il C64: come Home Computer e piattaforma di gioco di fascia alta.
Nel 1983 La Commodore aveva un problema: l’unico prodotto di punta rimasto era il C64, poiché la serie PET era fuori produzione, e il Vic20 era invece in fase di eliminazione poichè lo sviluppo su questa piattaforma era cessato. Ma Jack decise che c’erano aree nel mercato computer in cui Commodore non era in competizione. Per esempio, il Sinclair ZX81 (anche conosciuto come Timex 1000 negli Stati Uniti) era venduto al prezzo di listino di 99$, ma in quel periodo era sceso a 49$. Quindi, anche se il computer non aveva caratteristiche al top e non fosse così popolare, Jack sentiva ancora di poter competere con questo prodotto anche nella fascia dei 50$. Sopratutto, poteva competere con lo ZX Spectrum che veniva venduto negli Stati Uniti come Sinclair 2068. Era sostanzialmente lo stesso computer, ma con scocca in alluminio e venduto però a un prezzo più alto. Così ebbe inizio lo sviluppo di un nuovo chip chiamato TED e delle macchine che lo avrebbero utilizzato
Dopo una serie di avvicendamenti nel team, il progetto venne preso in mano da due ingegneri, Dave DiOrio per i chip e Bil Herd per quanto riguarda l’ingegnerizzazione. Da una intervista effettuata , Bil racconta che all’inizio era stato assunto da Commodore con un incarico decisamente diverso,come semplice tecnico, il suo incarico fu cambiato a programmatore già il primo giorno di lavoro per sostituirne uno che era in vacanza, ma non riuscì a completare nessun incarico software.
Bil racconta che semplicemente non riusciva a stare seduto su una sedia nel suo piccolo ufficio perchè attratto da ciò che si realizzava in quello stabile e finiva sempre per curiosare tra i laboratori di hardware. Un giorno, in pausa caffè, si aggirava nei corridoi dell’azienda e si fermò davanti alla porta aperta di un laboratorio dove un teeam dimissionario stava lavorando ad una architettura chiamata “three-state” che può assumere in uscita 3 stati, ovvero stato logico alto(+5V) , stato logico basso (0V) e OPEN COLLECT ( alta impedenza , cioè scollegato). Questa tecnica permette la gestione sullo stesso bus sia delle aree di memoria RAM sia ROM utilizzando la tecnica del “Bank Switching” ovvero della selezione del banco collegato al bus che deve essere gestito dalla CPU. Tecnologia che non era stata ancora usata da Commodore su computer di questa fascia di prezzo.
Riconoscendo come familiare quel tipo di progetto, Bil esclamò che stava eseguendo degli esperimenti simili nel suo garage per capire come utilizzarla al meglio. In quel momento fu subito reclutato per il progetto TED.
Questo chip doveva includere: la gestione della grafica, la generazione del suono, la lettura della tastiera e dei due joysticks, i segnali di refresh della memoria dinamica e tutti i segnali di timing necessari alla macchina per un corretto funzionamento. In sostanza potremmo considerarlo uno dei primi progetti System-On-a-Chip per home computer
Jack voleva assolutamente un prototipo per il CES di Gennaio 1984 , per velocizzare lo sviluppo , acconsentì a Bil di assumere un giovane ingegnere e si rivelerà una risorsa importante nel futuro di Commodore, Dave Haynie. I tre riuscirono nell’impresa e terminarono la macchina nel Dicembre del 1983.
Il piano di Jack era quello di utilizzare il TED in due Macchine diverse: Il 116 e il 264.
Il primo doveva essere il concorrente a basso costo del Sinclair ZX81, pur essendo di gran lunga superiore avrebbe avuto una variante della CPU 6502 a una velocità di quasi il doppio (MOS 7501, poi diventata MOS 8501), tutte le caratteristiche successive sono ampiamente migliori rispetto alla concorrenza. La programmazione in Basic era stata agevolata con l’aggiunta di nuovi comandi dedicati alla grafica e alla gestione diretta del Disk Drive. L’inserimento di un Monitor per la programmazione in assembler rendeva possibile la programmazione direttamente in linguaggio macchina.
Foto scattata da Marty Katz al CES il 7 gennaio e pubblicata sul New York Times
Poi è successo qualcosa di inaspettato. Due giorni dopo che Jack ebbe presentato i prototipi al CES (Consumer Electronics Show che si svolse a Las Vegas dal 7 al 10 gennaio 1984) lasciò l’azienda a causa di una controversia con Irving Gould, principale azionista di Commodore, grazie al quale, in passato, l’azienda era riuscita ad evitare il fallimento per ben 2 volte.
Jack andò a lavorare per Atari e Irving Gould lo sostituì alla guida della società.
La nuova direzione Commodore non sapeva più cosa fare con il progetto TED. Con l’abbandono di Jack, la strategia di vendita fu rivista, l’intero concetto di questa famiglia venne meno.
Il concetto di inserire nel 264 il software scelto dal cliente fu stravolto
Fu inserito in ogni macchina un software di produttività personale 3-Plus-1, programmato da David W.Johnson della International Tri Micro Incorporated, comprendente un programma di videoscrittura, un foglio elettronico, un gestore di database, integrati tra di loro. Il software è immediatamente disponibile all’accensione della macchina poiché precaricato in ROM, ma si dimostrò di modesta qualità dovendo coesistere 4 programmi distinti in soli 16 KByte e furono poco utilizzati, anche perché non prevedevano il supporto con l’unità a nastro, ma solo quello dell’unità a disco.
I singoli programmi completi di tutte le funzioni, furono successivamente rilasciati in formato Floppy
Il 264 venne così ribattezzato dal reparto Marketing con il nome PLUS/4 e commercializzato al dettaglio, con il debutto nel giugno 1984 negli Stati Uniti, come macchina aziendale o computer per la produttività domestica.
Jack non credeva nel marketing, credeva nelle vendite. Inoltre non gli piaceva far pagare più del necessario i computer che produceva.
Il reparto Marketing, con la sola aggiunta dei software 3+1, fece lievitare il prezzo di vendita a 399$ mettendolo in competizione con il C64, molto al di sopra del prezzo fissato in fase di progetto.
Il piano di Jack era vendere il 116 a un prezzo di circa 50$ e il 264 ad un prezzo tra i 75$ e i 100$, mentre il reparto Marketing ha praticamente cancellato la produzione del 116 negli Stati Uniti e poi tirarono fuori il C16 che è praticamente la stessa macchina, ma con il case in stile Vic20 e C64 (di colore nero) portando il prezzo di vendita a 100$.
In Italia l’importazione e la distribuzione autorizzata del Commodore C16 e del Plus/4 fu curata direttamente da Commodore International Ltd attraverso la controllata italiana Commodore Italia S.r.l.che lo rese disponibile alla vendita al dettaglio a partire dal novembre 1984 con prezzo di listino molto alto, successivamente ribassato nel mese di dicembre portandolo rispettivamente a 245.000 Lire per il C16 e 975.000 lire per il Plus/4
Per le case produttrici di software era difficile sfruttare a pieno le nuove potenzialità di queste macchine, per l’assenza degli sprite hardware, sopratutto perché gli sviluppatori erano abituati a programmare sul C64
Queste strategie di vendita e la scarsa varietà dei software resero le macchine meno appetibili per i clienti.
L’insufficiente numero di esemplari venduti portò Commodore a interrompere la produzione nel novembre del 1984
Curiosità degna di nota: la RAM utilizzata per il C16 , C116 e anche sul C232 fu la prima RAM a 4 bit ad essere utilizzata per le macchine Commodore, per rimanere nell’ottica del risparmio del numero dei componenti, e quindi anche nel risparmio della spesa di produzione. Per gli 8 bit utilizzati in queste macchine prima venivano impiegati 8 chip RAM da 1 bit , pur mantenendo questa filosofia nel Plus/4