Pong al Museo, la storia e i modelli esposti

Pong è uno dei primi videogiochi commercializzati, prodotto dalla Atari come arcade nel 1972 e come console dedicata nel 1975. Ė un simulatore di ping-pong (da cui il nome “PONG”), dalla grafica estremamente semplificata in bianco e nero. Le prime immagini di un videogioco di ping-pong appartengono al 1966, anno nel quale un giovane ingegnere della Sanders Associates inizia a lavorare su “un progetto per un utilizzo alternativo degli apparecchi televisivi”. Il progetto incontra però grosse difficoltà e la sua conclusione finirà per slittare al 1971; la Magnavox commercializza quindi il gioco prodotto dalla Sanders con il nome di Odyssey. Questo è da considerarsi l’antenato di “PONG” e la prima console della storia. Poi Nolan Bushnell, allora fresco di laurea, che diventerà in seguito il fondatore della Atari, ispirandosi all’Odyssey fece sviluppare agli ingegneri elettronici, Allan Alcorn e Fred Marincic, il gioco Pong per Atari. Sotto la sua direzione nascerà nel 1972 uno dei primi videogiochi coin-op (attivati a monete) della storia (il primo in assoluto fu Computer Space del 1971, ideato dallo stesso Nolan, e che però ebbe meno successo), ovvero “PONG“, che ricalcava molto da vicino il gioco della Sanders con alcune differenze di gameplay come la possibilità di dare effetti al tiro colpendo la pallina all’ultimo momento. I i 3 soci costruiscono un cabinato in grado di contenere il gioco e per testarlo lo mettono all’Andy Capp’s Cavern di Sunnyvale, il loro locale preferito. L’effetto è travolgente, il cabinato straripa di quarti di dollaro e “PONG” sta già diventando leggenda.La versione domestica, costituita da una console da collegare al televisore, fu lanciata sul mercato dalla Atari il 3 agosto 1975. Successivamente nel 1978 la General Instruments lanciò una serie di circuiti integrati VLSI dedicati a questo genere di videogiochi, il più famoso dei quali è stato il modello AY-3-8500, che permise di abbassare notevolmente il costo di produzione del videogioco e di aumentarne di conseguenza la produzione di massa e diffusione casalinga. La tecnica di generazione dell’immagine sul televisore non era ancora basata sul concetto di matrice di pixel, ma si procedeva per manipolazione della linea di scansione del cinescopio con componenti elettronici di tipo analogico. I contatti tra la palla e racchetta e tra palla e bordi del campo venivano realizzati con componenti logici (porta logica) tipici dell’elettronica digitale (porte AND, OR, NAND, NOR e multivibratori e spesso erano 2 pezzi del 96L02 della Fairchild). Inoltre la quasi totalità di questo genere di giochi era in bianco e nero, o al più con qualche tono di grigio o con aree colorate da maschere, in considerazione che la maggior parte dei televisori di quel periodo era in bianco e nero.

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